Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Trento, 27 ottobre 2008 Anche in Alto Adige spira il vento del populismo di destra, che si è già manifestato nelle recenti elezioni in Austria e in Baviera. Di fronte alla perdita della maggioranza assoluta da parte della SVP, con un flusso di voti verso le formazioni più estremiste di lingua tedesca, va segnalato anche il quasi dimezzamento del PDL e il ridimensionamento di quasi due terzi del PD rispetto alle politiche dell’aprile scorso. Girata totalmente pagina rispetto alla catastrofica esperienza della defunta Sinistra Arcobaleno delle elezioni politiche, i Verdi hanno saputo riconquistare pienamente la propria autonomia e la propria identità, ottenendo un risultato (5,8%) che li colloca ad una incollatura dal PD (6%) e che li rende la quinta forza politica dell’Alto Adige, con oltre il triplo dei voti rispetto all’Italia dei Valori e con oltre il quadruplo dei voti rispetto all’UDC. Il voto in Alto Adige dimostra che quella della Sinistra Arcobaleno era una alleanza del tutto innaturale e una gabbia mortale per i Verdi: non a caso la lista della Sinistra, con RC e SD, ha ottenuto appena lo 0,7% e i Comunisti italiani lo 0,4%. Venuto meno il richiamo (e il ricatto) del “voto utile”, i Verdi hanno riconquistato gran parte del loro consenso storico nella Terra del loro fondatore Alexander Langer e dall’Alto Adige hanno dato una indicazione strategica ai Verdi italiani, scomparsi dal Parlamento. Solo mantenendo la propria identità autonoma e riconoscibile e la propria trasversalità, uscendo dalla “riserva indiana” dell’estrema sinistra, è possibile recuperare e rilanciare pienamente il proprio ruolo di forza politica ecologista e ambientalista, per la convivenza dei diritti civili e umani. Marco Boato |
MARCO BOATO |
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